Scala Mercalli, le critiche indici del successo.

Se non avrai nemici significherà che hai sbagliato tutto. (Giovanni Arpino)

Un altro successo di pubblico per Scala Mercalli sabato scorso su Rai3 e, finalmente, arrivano le prime critiche.

Di Dario Faccini

L’autore è prestigioso, nientemeno che Aldo Grasso, ordinario di Storia della Radio e della Televisione all’Università del Sacro Cuore. Purtroppo invece le sue critiche uscite sul Corriere sono alquanto deludenti: a parte alcune parole colorite necessarie per invogliare il lettore a cimentarsi nel proseguio del testo (“profeta di sventure”, “professorino”, “gufo con cravattino”), il nostro esimio critico televisivo lamenta in realtà solo la mancanza di rassicurazioni provenienti dal programma e una non meglio precisata “ideologia” di fondo, quasi come se in ambito scientifico si potesse scegliere da che parte stare.

La critica quindi, più che essere debole, è praticamente inesistente, e speriamo che in futuro altri facciano un pò meglio. Nel frattempo diamo spazio ad alcune contro-critiche all’articolo di Grasso che hanno campo davvero facile.

Innanzitutto segnaliamo l’articolo uscito sulla Stampa, a firma di un pezzo grosso nel giornalismo scientifico italiano, Sergio Ferraris.

Poi vi riportiamo due interventi a “caldo” di nostri soci, Luca Pardi, il nostro presidente, e Mauro Icardi, che ha inviato una lettera al Corriere.

(Luca Pardi, profilo facebook)

Ad Aldo Grasso non piace Scala Mercalli il programma di informazione scientifica sulla crisi ecologica in atto, arrivato alla terza puntata sabato scorso su Rai 3. Ce ne possiamo fare una ragione. Il brutto è che la pseudo – critica di Grasso ha il palcoscenico del primo quotidiano italiano i cui lettori saranno rassicurati nell’idea che i dati presentati da Mercalli siano frutto di un rito settario catastrofista. Non è così. Essi sono il frutto dell’osservazione e della sperimentazione scientifica. Sembra che la scienza possa essere apprezzata solo quando fornisce aggeggi funzionanti che possano essere venduti, oppure si occupi di aspetti oscuri e lontani, dai buchi neri al bosone di Higgs, ma non quando presenta dati che mettono in discussione il nostro attuale insostenibile modello economico. Certo si capisce che i Grasso apprezzino di più il tranquillizzante duo Angela, anche perché in decenni di attività non ha mai disturbato il manovratore. Purtroppo non è questo il momento né di tranquillizzare ne di preoccupare, ma è il momento di occuparsi degli effetti del nostro agire, rigorosamente descritti, e necessariamente semplificati , nell’insolita trasmissione di Rai 3. Il fatto che questo piaccia o non piaccia a Grasso è irrilevante.

(Mauro Icardi, lettera inviata al Corriere della Sera)


Ho letto la recensione fatta da Aldo Grasso sulla trasmissione Scala Mercalli. La prima reazione è di assoluto sgomento. Vorrei pregarla se possibile di fare pervenire questa mia lettera ad Aldo Grasso. Nella recensione si rimpiange il tono rassicurante di Piero Angela, si punta il dito sullo stile comunicativo di Mercalli, dimenticandosi completamente della reale portata dei problemi che la trasmissione ha avuto il pregio di mostrare. Leggere nella recensione che  ci siano
“rischi e problemi serissimi”  e sostenere che il programma sia ideologico significa non avere argomenti a sostegno delle proprie tesi.  E’stato ribadito più volte, non solo nella puntata del 14 marzo, ma anche in quelle precedenti, che leggi della fisica sono universali. Non si prestano ai nostri desideri di sconfinata crescita. Prima di scrivere una recensione così puerile, il Prof. Grasso avrebbe anche potuto farsi consigliare dalla vostra redazione scientifica. Se poi come credo, la sua sia solo una isterica antipatia ne confronti del Dott Mercalli (al quale va riconosciuta l’onestà intellettuale, ed il coraggio di proporre questi temi), e se il solo argomento di critica è una ridicola frase nel quale lo definisce gufo con l’aria di professorino, avrebbe almeno dovuto prestare attenzione alle parole pronunciate dal professor Boero. Che ha ricordato che i catastrofisti o le Cassandre, guarda caso avevano ragione. La recensione denota soltanto la mancanza di argomenti più seri, una generica avversione al pensiero scientifico ed il desiderio di una comunicazione scientifica nello stile della Settimana Enigmistica. Se il Prof. Grasso avesse la voglia  l’umiltà e il tempo, troverebbe sul sito della trasmissione tutti gli approfondimenti che lo aiuterebbero ad approcciarsi con meno superficialità a questi temi.

Voglio chiudere questa mia lettera ricordando una conferenza tenuta dal Dott Mercalli nel 2009 a Varese. Terminò il suo intervento ricordandoci che continuare ad ignorare questi segnali d’allarme in ultima analisi non era un problema per il pianeta. Il pianeta continuerà la sua storia. Credo invece che l’homo sapiens sapiens non si renda conto che sta causando con la sua insipienza e stupidità, le condizioni per la sua scomparsa. Non aggiungo commenti poi all’infelice frase sull’affossamento della rete 3 dallo sprofondo. E’ pur vero che dopo anni di ciarpame, una trasmissione di livello come Scala Mercalli possa essere sconvolgente. Ma se il Dott Grasso si sente turbato dalla validità universale delle leggi fisiche, può trovare riparo nei miti che vengono propinati da trasmissioni come Voyager. Oppure nei rassicuranti sorrisi di Barbara D’Urso.

L’Italia sta patendo un genocidio culturale insopportabile. La recensione che ho letto ne è quasi il manifesto programmatico.


13 risposte a “Scala Mercalli, le critiche indici del successo.

  1. Ovviamente, visto il personaggio in questione (Grasso), il suo stigma è davvero un buon segno, in fondo. C’è però un fatto secondo me molto preoccupante, in linea generale: rispecchia una mentalità diffusa (temo anche in parte del mondo scientifico) per cui, a prescindere dalle prove empiriche che porti o dalla raffinatezza dei modelli che crei, alla fine certi discorsi vengono sempre e comunque bollati come ‘ideologici’ e ‘catastrofisti’. ‘In medio stat virtus’, giusto? Allora nel 2015 negare completamente il riscaldamento globale può essere eccessivo, ma allora ecco passare una vulgata mediatica alquanto diluita dove si minimizzano gli effetti più gravi e ahimé anche più probabili. Insomma, in stile Flaiano, vogliono che passi un messaggio per cui la situazione è grave ma non seria.

  2. Ascanio Scambiati

    Buongiorno,
    sono Ascanio Scambiati, fisico dell’atmosfera e meteorologo.
    Purtroppo vivendo all’estero non ho potuto seguire la trasmissione per intero se non dei brevi spezzoni, tuttavia ciò che è stato mostrato in TV in Italia credo di conoscerlo abbastanza in quanto fa parte del mio lavoro.
    Ovviamente ho letto anche le critiche che il programma ha ricevuto e da una parte ne sono stato contento.
    Sono stato contento perché considero Aldo Grasso il classico rappresentante “dell’Italietta ignorante”, e quindi il classico cittadino medio che spende il suo tempo tra Grande Fratello e Isola dei Famosi. Se uno come lui è stato scioccato dai dati e dalla trasmissione di Mercalli, significa che qualcosa inizia a smuoversi, le coscienze iniziano a svegliarsi. Forse questa trasmissione ha gettato il sasso nella stagno, un sasso di dimensione utile per fare muovere fino in fondo le acque dell’ignoranza riguardo i temi meteo-climatologici, in cui giace questo Paese.
    Poi ovviamente, considerare la roba che scrive il sig. grasso roba seria, ne passa, un giornalaio che si diverte a scrivere delle cose solo perché ha una penna (tastiera) in mano, ma se scrive di critica televisiva e non di cronaca ci sarà un perché, quindi non prenderei molto sul serio le affermazione di questo signore.
    Purtroppo Igor Giussani non è grave ma è seria, molto seria. Chi adesso è teenager vive in un mondo climatico completamente diverso dai suoi genitori, i nostri figli vivranno in un mondo climatico completamente diverso dal nostro. La situazione sarà mutata a tal punto che molto probabilmente i nostri figli dovranno modificare il loro stile di vita ed il sistema economico dovrà mutare completamente, per affrontare il cambiamento climatico. Cambiamento climatico, che specie nel Mediterraneo è in atto con una velocità impressionante.
    Per questo, per come la vedo, le scene di alluvioni e frane che abbiamo visto quest’autunno diventeranno praticamente la regolarità. Non lo dico io lo dicono i dati.
    Uno scienziato senza dati non parla. Purtroppo la scienza non si fa con le sensazione come vorrebbe il signor grasso, ma solo con i dati ed i dati dicono questo, che piaccia o no (anche al signor. grasso)
    Quindi complimenti a Luca Pardi ed Icardi per le repliche

  3. “In Italia la linea più breve tra due punti è l’arabesco”.
    Questa non è una frase di Archimede di Siracusa,
    ma sempre di Ennio Flaiano.
    Purtroppo ormai ci vuole poco a passare dall’eccesso di ciodue alla carenza del ‘nonciopiùnulla, come l’ultimo tifone avventatosi sull’arcipelago delle Vanuatu testimonia.
    A forza di “sberle su gota” il Gotha dei combustibili fossili e fissili pure comincia ad accettare, molto a malincuore, che il gran falo’ che alimenta la crescita indiscriminata, da secoli ormai, è giunto alla cenere delle vanità.
    Certo, il fuoco Heliosnucleare che scalda le vite sulla Terra da miliardi di anni dà meno ebbrezza di quello fossilfissile, ma ha minori controindicazioni.
    E siccome siamo vicini al coma etilico e all’exitus fatale in senso climatologico, è bene correre immediatamente verso la disintossicazione.
    Forse Aldo Grasso non ha ancora avuto modo di rendersi conto che come una mappa non è il suo territorio, la realtà mediatica non è immediatamente
    la realtà tout-court.E che l’ideologia anche se fa rima con meteorologia, ormai poco c’entra con gli studi meteolologici e climatici, seri, s’intende.
    Se se ne rendesse conto e da critico ammettesse la conseguente rivelazione, anche il clima della Terra ne avrebbe un piccolo ma significativo cambiamento.
    E se i farfallini gli dan fastidio, li denigri pure, ma questa è moda, non politica ambientale.

  4. Dimenticavo la firma: 18 Marzo 2015 ore 9:00 am
    Marco Sclarandis

  5. Ciò che sorprende è che dopo le prime 3 puntate di Scala Mercalli il solo attacco sui media di cui si abbia notizia sia quello, giornalisticamente infantile e scientificamente inconsistente, mosso da Aldo Grasso.
    Eppure sono già stati diffusamente illustrati concetti ben poco digeribili e noti per il pubblico televisivo di prima serata, come “limite della crescita”, “esaurimento delle risorse”, “picco del petrolio”, “riscaldamento globale”, “cambiamento climatico” e via così. Probabilmente la serietà dell’impostazione e i precisi dati e riferimenti scientifici hanno messo in difficoltà il mondo dei negazionisti in servizio permanente effettivo. Meglio avrebbe fatto Grasso a limitarsi al suo mestiere di esperto di radio e televisione, senza impastoiarsi in questioni che, come pare evidente, gli risultano del tutto estranee.
    Mirco Rossi

    • Sono sorpreso anch’io che l’unica critica sia stata così debole. Ho paura che la reazione possa essere sotterranea: questa trasmissione potrebbe essere la prima e ultima di questo genere.

  6. Luca, hai scritto una ottima lettera di risposta, non posso che, umilmente, associarmi agli apprezzamenti degli altri lettori.

  7. Ovviamente gli stessi apprezzamenti a Mauro Icardi !!

  8. Si confrontano professori, dottori, scienziati con Piero Angela?
    Dopo il liceo classico ha forse conquistato una laurea?

    • Ecco, questa non la sapevo.
      Vorrei però spezzare una lancia in favore di Piero Angela: pur potendogli contestare per lo meno un grosso grado di approssimazione nel comunicare i grandi problemi ambientali che si stanno palesando e i relativi rischi, è innegabile che abbia contribuito a far appassionare alla scienza tanti giovani (e meno giovani) che magari poi hanno scelto percorsi di studio e carriere in ambito tecnico-scientifico. In un certo senso mi sembra che Mercalli sia la continuazione a più alto livello del lavoro di Angela.

  9. Dario, se Scala Mercalli non avesse sèguito, potrebbe voler dire pure che non sia più necessario ripetere le cose.(magari)
    Io credo che ormai i fatti siano anche troppo eloquenti di per sè stessi.
    Semmai, mi auguro che se vi sarà un prosieguo, sia di esposizione più approfondita di rimedi per fermare il cambiamento climatico e lo scialo delle risorse e adattarvisi.
    L’inettitudine e pusillanimità di molti individui ai vertici della politica e della imprenditoria è abbastanza evidente, credo.
    Ma la capacità e il coraggio dei rimanenti potrebbe anche emergere con crescente vigore.Bisogna che in massa gli individui accettino il cambiamento etico.
    Nel senso non moralistico del termine, ma molto prosaicamente del comportamento materiale.E’ ancora fonte di prestigio indossare orologi d’oro di gran marca, o solo pacchiana esibizione di deprecabile potere?
    La sobrietà è una virtù inveterata.Ed è quella che avrebbe la massima efficacia nel portarci via da questa epoca catastrofica.
    Solo che è incompatibile con il desiderio di crescita illimitata e indiscriminata
    che impera da secoli ormai.
    Da quando la prima rivoluzione industriale ha aperto un vaso di Pandora creduto una paradisiaca Cornucopia.
    Potrebbe essere necessaria una limitata catastrofe per evitarne una peggiore.Anzi mi, pare che i fatti quotidiani in molteplici ambiti, dimostrino proprio che così sta avvenendo.
    Solo che un iridescente avvoltoio, ancora più raro d’un “cigno nero ”
    volteggia nel cielo sopra di noi tutti.
    E non possiamo impallinarlo, al massimo dargli in pasto una vittima sacrificale.
    Cioè questo delirio di espansione materiale ormai giunto al culmine.

    Marco Sclarandis

    • Io intendevo dire che Mercalli potrebbe non vedersi assegnato più un programma in RAI. Questo nonostante il seguito in termini di ascolti. Poi sul resto concordo in tutto, ma ricordiamoci gli ultimi Moai costruiti sull’isola di Pasqua: erano i più grandi, al punto che non sarebbe stato possibile metterli in piedi.
      Non è detto che vincano le forze “sane”, anche perché hanno lo svantaggio che sono portate ad agire onestamente, precludendosi quindi varie possibilità d’intervento.

  10. Pingback: Il fondo del barile #11 | Risorse Economia Ambiente

Scrivi una risposta a sclarandis Cancella risposta

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.