La nuova dottrina saudita: incassare il colpo nell’immediato per uscire più forti sulla distanza.
Parola di Harvard University.
Proponiamo sul nostro sito la traduzione in italiano di un articolo del maggio 2015 scritto da Andreas Goldthau, del Geopolitics of Energy Project un think tank in campo energetico dell’Harvard University.
L’articolo che tratta i cambiamenti avvenuti in sede OPEC è ancora molto attuale nonostante sia stato scritto quando il prezzo internazionale del petrolio si aggirava ancora tra i 50 e i 60 dollari al barile. All’epoca non si aveva ancora la certezza che le sanzioni all’Iran sarebbero state tolte, né c’erano le attuali preoccupazioni sulla crescita della domanda.
Pur trattando solo elementi di geopolitica e tralasciando i fenomeni geologici di esaurimento (diminuzione EROEI e aumento dei tassi di declino giacimenti già in produzione), l’articolo accenna al problema di aumento dei consumi interni petroliferi in Arabia Saudita (vedi export land model).
L’unica cosa che andrebbe presa con le pinze è questa dichiarazione:
“È possibile che la produzione combinata di Iran e Iraq, che anch’esso sta tentando di rimettere in piedi il suo settore petrolifero dopo il lungo periodo di guerra – possa eccedere quella dell’Arabia Saudita nel giro di qualche anno.”
In generale però l’analisi svolta è altamente condivisibile, spiega bene quanto successo sinora e concorda con precedenti analisi analoghe di ASPO Italia.
Si ringrazia Gabriele Spiteri per la traduzione.
Buona lettura.