La scomparsa di un compagno di viaggio

Il 12 dicembre 2023 è morto Massimo Scalia, cofondatore dei Verdi e di Legambiente, deputato per quattro legislature, fisico.

di Luca Pardi

Il suo nome era spesso associato a quello di Gianni Mattioli, insieme al quale aveva cofondato la rivista QualEnergia, soprattutto per la battaglia antinucleare degli anni ’80 che gli costò l’antipatia di una parte consistente dei suoi colleghi fisici senior e meno senior. Epica l’imbarazzante crisi di nervi in diretta TV del prof. Amaldi che si scagliò (ex-cathedra) contro i suoi colleghi fisici antinucleari asserendo che lui li conosceva e “non sapevano fare nulla”.
Si sa, criticare l’uso “civile” della fissione nucleare per molti fisici di quella generazione (e non solo) era come mettere in dubbio il dogma dell’Immacolata Concezione per un membro della CEI, e forse peggio.

Fortunatamente in campo fisico e scientifico in generale c’è stata una certa evoluzione e oggi anche molti fisici esprimono un certo scetticismo nei confronti delle tecnologie della fissione.

Nella sua attività parlamentare Scalia è stato presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti ed i reati ad esso connessi, con un lavoro che portava all’interno del palazzo il tema delle cosiddette ecomafie. Oltre all’attività politica in campo ambientalista ha continuato a svolgere attività didattica, di ricerca e di divulgazione dando un contributo importantissimo all’ambientalismo raziocinante in questo paese.

Scalia è morto in un non meglio identificato incidente (questo è quanto è dato sapere dai media oggi), il fatto che fosse ancora attivo e lucido ad oltre 80 anni, rende ancora più grave la perdita a aggrava il cordoglio. In rete si trovano suoi contributi recenti che sono molto interessanti. Ad esempio quello sui reattori nucleari modulari, ovviamente senza capire bene di cosa parla, piacciono tanto al ministro Pichetto Fratin.

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