Dieci ragioni per cui i prezzi del petrolio sono un problema

Dario Faccini

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Di recente c’è stato un vasto fiorire di articoli che annunciano la morte del Peak Oil ed una nuova era di abbondanza petrolifera. Dal sito della CNN, David Frum cita economisti come M. A. Adelman che negli anni ’70 affermava: “Le riserve petrolifere non sono un dono della natura. Sono una crescita della conoscenza, pagato da pesanti investimenti”. Frum continua nel suo ragionamento arrivando a dire che “per ogni fine pratico, la fornitura mondiale di petrolio non è finita. Assomiglia più alla fornitura di pomodori in scatola di un supermercato” dove l’approvvigionamento dipende solo dal denaro che i clienti sborsano per comprare le scatolette.

Dai giornali conservatori come The American Spectator che cita un white paper della Boston Company Asset Management, sino ad arrivare all’Economist e allo stesso Frum, il ragionamento è il medesimo: consumiamo meno, abbiamo mezzi più efficienti e, soprattutto, gli alti prezzi del barile hanno stimolato lo sviluppo di tecnologie d’estrazione che permettono l’accesso a nuove risorse petrolifere, quindi le preoccupazioni per il Peak Oil sono passate.

A ben vedere però, tanta eccitazione si giustifica in gran parte con l’exploit produttivo di una vecchia tecnica estrattiva applicata di recente su formazioni a bassa permeabilità contenenti petrolio: il Tight Oil. Il funzionamento di questa tecnica è molto simile alla fratturazione idraulica usata per estrarre lo shale gas, il cosiddetto “fracking”. Si raggiunge con perforazione verticale lo strato di scisti che contiene il petrolio, poi si procede con un perforazione orizzontale e infine si utilizza la fratturazione idraulica per aumentare la permeabilità della roccia e permettere al petrolio di fluire verso la superficie. Gli USA sono gli unici per ora ad avere applicato questa tecnica, giungendo a produrre oltre 500.000 barili al giorno di petrolio. Naturalmente ci sono problemi di varia natura: rischi di inquinamento delle falde e di scatenare terremoti, breve vita dei pozzi, alti costi di produzione. Ciò nonostante, sulla scia dell’entusiasmo per l’estrazione di shale gas negli USA, l’opinione che si va diffondendo è che il Tight Oil possa rappresentare una nuova era di abbondanza energetica a livello mondiale.

Per ricordare qual è il contesto più ampio e meno semplicistico in cui sono inserite le problematiche petrolifere, riportiamo la parte iniziale della traduzione di un recente articolo di Gail Tverberg (meglio conosciuta come Gail The Actuary) matematica impegnata da anni nello studio e divulgazione di questi temi.

La traduzione completa dell’articolo, a cura di Massimiliano Rupalti, si trova sul sito di ASPO Italia.

Dieci ragioni per cui i prezzi del petrolio sono un problema

Da “Our Finite World”. Traduzione di Massimiliano Rupalti. Revisione Dario Faccini.

Si potrebbe pensare, sentendo le notizie, che i nostri problemi col petrolio siano passati, ma i prezzi del petrolio sono ancora alti.

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Di fatto, le nuove fonti “tight oil”, che si crede possano aumentare l’offerta di petrolio, sono ancora costose da estrarre. Se l’aspettativa è di avere più tight oil e più greggio da altre fonti non convenzionali, dobbiamo allora attenderci il perdurare di alti prezzi del petrolio. Il nuovo petrolio potrebbe aiutare l’offerta in qualche modo, ma l’alto costo di estrazione è improbabile che svanisca.

Perché i prezzi del petrolio sono un problema?

1.Non sono solo i prezzi del petrolio che crescono

Anche il costo del cibo aumenta, in parte perché il petrolio è usato in molti modi nella coltivazione e nel trasporto del cibo e in parte a causa della competizione da parte dei biocombustibili per la terra, che ne mandano i prezzi alle stelle. Il costo della spedizione dei beni di tutti i tipi aumenta, visto che il petrolio viene usato praticamente in tutti i metodi di trasporto. Il costo dei materiali fatti col petrolio, come l’asfalto e i prodotti chimici, a loro volta crescono.

Se il costo del petrolio aumenta, tende a far aumentare il costo di altri combustibili fossili. Il costo dell’estrazione del gas naturale tende ad aumentare, visto che viene usato petrolio per le perforazioni e per il trasporto dell’acqua per il fracking. A causa di una sovra-offerta di gas naturale negli Stati Uniti, i suoi prezzi di vendita sono temporaneamente inferiori al costo di produzione. Questa non è una situazione sostenibile. I più alti costi del petrolio tendono anche a far salire il costo del trasporto del carbone verso le destinazioni in cui viene usato.

Leggi tutto sul sito di ASPO Italia

Una risposta a “Dieci ragioni per cui i prezzi del petrolio sono un problema

  1. il denaro può essere stampato od inventato in qualsiasi momento. L’energia, specie la più importante, no. L’economia reale, quella fatta di merci e materie prime, deve tornare ad essere l’unica, prima che il bluff della finanziaria distrugga il pianeta.

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