Papa Francesco vs Negazionisti: 3 a 0

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L’Enciclica LAUDATO SI’ di Papa Francesco ha un merito importante che rimane nascosto: è un esempio perfetto di come vadano trattati i Negazionisti Climatici.

Vediamo i tentativi che hanno messo in atto per inquinare l’Enciclica e la strategia che stanno mettendo in campo ora che è uscita.

Di Dario Faccini

Dopo aver recensito, con gioia, la splendida Enciclica LAUDATO SI’ di Papa Francesco, passiamo a raccontare le lunghe tribolazioni dei Negazionisti Climatici.

UNA LEZIONE DI METODO

Ci hanno provato.

Il più arrabbiato è forse Philippe De Larminat, autore di “Climate Change”, un libro che tratta gli aspetti statistici della modellizzazione climatica e sostiene l’idea che sia l’attività solare, e non l’uomo, la causa principale del cambiamento climatico. Il Prof. De Larminat era riuscito a farsi riservare un posto sicuro alla conferenza sul clima organizzata in Aprile dalla Pontificia Accademia delle Scienze. Aveva già comprato il biglietto dell’aereo. Cinque giorni prima una mail dal Vaticano gli comunica che non c’è più posto per lui alla conferenza.

“Non volevano ascoltare una voce fuori dal coro” ha commentato De Larminat. Può essere. Ma può anche essere che volessero ascoltare la voce degli esperti di clima, tra cui, forse, non rientra un ingegnere che si improvvisa climatologo.

Inoltre in Aprile l’Enciclica non solo era già finita, ma era già stata tradotta in tutte le lingue. La conferenza serviva non per definire il problema, ma per coinvolgere premi Nobel, Scienziati, Istituzioni e le varie Confessioni Religiose nella soluzione del problema.

Questi è solo uno dei tanti esempi in cui i Negazionisti hanno tentato, in ritardo, di incunearsi nel percorso di scrittura dell’Enciclica LAUDATO SI’. Il primo loro errore è stato probabilmente non credere che questo Papa potesse prendere una posizione così netta senza prima consultarli.

Tra i Negazionisti di spicco va annoverato l’Heartland Institute, un cosiddetto “think tank”(gruppo di esperti) ma in realtà la mano lunga di ricchi finanziatori, famoso negli USA per avere messo in piedi da anni una campagna anticlimatica multimilionaria che ha avuto grande risonanza sui Media.  Giusto per avere un’idea del livello di confronto “scientifico” portato avanti: l’immagine sopra ritrae un poster stradale dell’Heartland institute con l’immagine del criminale Unabomber e la scritta “Io credo ancora nel cambiamento climatico. E tu?“.

Ebbene, un gruppetto di esperti dell’Heartland è arrivato ad Aprile a Roma proprio durante la Conferenza del Clima organizzata dal Vaticano. L’obiettivo propagandato era quello di “informare Papa Francesco sulla verità del cambiamento climatico: non c’è nessuna crisi globale climatica!“. Le qualifiche erano sicuramente illustri: un ex ingegnere della NASA(poi riciclatosi nelle estrazioni petrolifere), un metereologo(però ha lavorato con i modelli climatici almeno quando era giovane), un professore di etica sociale, un professore di ‘Teologia e Scienza’, il direttore della comunicazione di un altro think-tank simile all’Heartland, un avvocato e, vera ciliegina sulla torta, il celeberrimo Visconte Monckton.

Qualche mal pensante potrebbe malignare che almeno un climatologo potevano trovarlo. Vanno però capiti. Quando il 97% dei climatologi dice l’esatto contrario non è così facile trovarne uno. E anche il restante 3% potrebbe essere un tantinello intimidito dalla chiara fama di un istituto che si è battuto per affermare che il fumo di sigaretta non fa poi male e che il fracking non inquina.

Purtroppo i nostri eroi erano senza invito, e la loro illustre presenza e competenza a così poca distanza dalla Conferenza non ha smosso i cuori di pietra in Vaticano. Si sono allora limitati a fare una loro conferenza parallela in un Hotel e poi far le valigie e tornarsene a casa. Dopo l’uscita dell’Enciclica il professore di etica sociale ha dichiarato che sul clima Papa Francesco “scrive in un’area che non è di sua competenza, e mi sembra che sia stato male informato dai suoi consulenti“.

In compenso nell’Enciclica c’è una frase che abbiamo già visto essere rivolta proprio a gente come lui:

Gli atteggiamenti che ostacolano le vie di soluzione, anche fra i credenti, vanno dalla negazione del problema all’indifferenza, alla rassegnazione comoda, o alla fiducia cieca nelle soluzioni tecniche.

1:0 per Francesco e palla al centro.

L’aspetto interessante in questa storia è che non solo l’Enciclica non è stata inquinata dagli interessi di parte ed è rimasta saldamente ancorata alle evidenze scientifiche (2:0), ma il metodo usato per raccogliere i pareri è stato un esempio di come si deve procedere quando c’è di mezzo la Scienza: nessuno spazio a chi non ha competenze e titoli per pronunciarsi, nessun principio di ‘diritto al contradditorio’ che finisce per mettere sullo stesso piano chi da una vita studia e lavora su un tema e chi invece è soltanto un lobbista travestito da esperto (3:0). In campo giornalistico, soprattutto negli USA, l’uso pervasivo di questo principio ha reso la vita molto comoda ai negazionisti, che sono riusciti a creare una confusione tale per cui solo il 50% degli americani è convinto che il cambiamento climatico sia causato dall’uomo.

LE REAZIONI DEi negazionisti NEGLI USA

Nel novembre 2016 si terranno le presidenziali USA, in cui si affronteranno un candidato repubblicano e uno democratico. Prima di allora si terranno le primarie del partito repubblicano, con la votazione stato per stato dei delegati, a partire da febbraio e sino a giugno, che poi a luglio voteranno alla Republican Party Convention il candidato alla presidenza per il partito.

Questo cosa c’entra con l’Enciclica?

Il fatto è che il partito repubblicano è  formato dalla cosiddetta “destra cristiana”, un nocciolo duro di cattolici ed evangelici che supporta posizioni estreme come l’insegnamento nelle scuole del creazionismo o dell’intelligent design in opposizione all’evoluzione. Inoltre, il partito repubblicano è favorevole alla deregolamentazione dei mercati e della finanza, è pesantemente finanziato[1] ed influenzato da interessi nell’ambito del carbone e del petrolio, è tradizionalmente schierato contro il movimento ambientalista, non riconosce le evidenze scientifiche del cambiamento climatico e si oppone a qualsiasi intervento per ridurre o tassare le emissioni.

L’Enciclica piomba allora come una martellata sulla campagna elettorale di tutti i candidati repubblicani. Che siano cattolici o evangelici conta poco: il Santo Padre viene da sempre riconosciuto come leader spirituale da tutta la cristianità. Questo è ancor più vero adesso con il carisma personale di Papa Francesco. Cattolici ed evangelici sono poi importanti non solo sul lato repubblicano, ma anche in quello democratico (già più schierato a favore delle tematiche ambientali) in quanto rappresentano rispettivamente il 20% e 25% della popolazione totale USA.

Le prime reazioni dei candidati alle primarie repubblicane all’Enciclica sono quindi interessanti per capire la linea del partito. Si possono dividere in due categorie:

  • quelli che non sanno cosa dire e tacciono, la maggior parte per ora; in effetti c’è i rischio di rendersi decisamente ridicoli a invocare la religione per giustificare la pari dignità del creazionismo e a rigettarla poi quando si esprime sul clima, l’ambiente e il mercato;
  • quelli che si arrampicano sugli specchi, tra cui rientrano Jeb Bush (fratello di George W.) e Rick Santorum (si, il suo cognome è proprio questo), entrambi cattolici; tutti e due hanno dichiarato che la religione non deve uscire dal suo campo di competenza, tra cui non rientra la scienza, la politica e l’economia;

In particolare Jeb Bush ha dichiarato: “Non prendo lezioni di economia politica dai miei vescovi o dal mio cardinale o dal mio Papa. La religione dovrebbe dovrebbe occuparsi di renderci persone migliori e non di questioni che rientrano nell’ambito politico“.

Mentre Rick Santorum : “La Chiesa si è già sbagliata qualche volta in passato a proposito di Scienza, e penso che faremmo meglio a lasciare la Scienza agli scienziati e concentrarci su ciò che siamo bravi, come la teologia e la morale. Quando ci lasciamo coinvolgere da teorie politiche e scientificamente controverse, allora credo che la Chiesa non sia così forte e credibile.

Strano modo di ragionare per un avvocato che considera il cambiamento climatico “scienza spazzatura” nonostante gli scienziati cui dice di voler lasciare l’ultima parola si sono espressi in altro senso. Ancor più strano considerato che per più di trent’anni varie personalità neo-con (neo-conservatori) si sono profuse in sforzi per dimostrare la perfetta congruenza tra gli insegnamenti cristiani e le politiche repubblicane. Improvvisamente sono diventate due mondi che non vanno assolutamente mischiati. Mistero della fede.

In realtà c’è un motivo preciso se entrambi i candidati provano a difendersi dicendo che il Santo Padre deve rimanere fuori dalla politica. Il Dogma dell’Infallibilità Pontificia si applica solamente a questioni di fede e morale, quindi sperano di potersi difendere affermando che il Pontefice sbaglia perché in buona fede, al di fuori del proprio campo di competenza, si è dovuto affidare a cattivi consulenti scientifici. Purtroppo per loro, che si professano pubblicamente Cattolici osservanti, le encicliche rappresentano il magistero autentico, e quindi hanno in ogni loro parte un carattere vincolante per tutti i Cattolici.

Come la mettiamo adesso?

In più evidentemente, entrambi i candidati non hanno trovato il tempo di leggere nemmeno una parte dell’Enciclica, in quanto si sarebbero accorti subito che la loro linea di difesa è inconsistente: Papa Francesco salda insieme indissolubilmente morale, scienza e fede, in un modo che è impossibile accettarne una parte e rifiutarne un altra.

Di certo adesso c’è qualche parlamentare repubblicano che rimpiange di aver invitato a settembre il Santo Padre a parlare alle camere unite del Congresso. Sarà la prima volta in assoluto per un Pontefice e, sicuramente, sarà una visita che i repubblicani ricorderanno per molto tempo.

E pensare che ai tempi di Nixon (repubblicano) le istanze ambientali erano ancora abbastanza bipartisan da spingerlo a creare di fatto l’Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (EPA). Poi è arrivato Regan che ha fatto passare la protezione ambientale come un inutile fardello economico ed è iniziata la polarizzazione tra repubblicani e democratici.

Chissà che con questa Enciclica non torni un pò di sale in zucca anche al Partito Repubblicano, e finalmente la Politica si occupi solo di prendere le decisioni e si lasci alla Scienza l’incarico di scoprire la verità dei fatti.

Chiudiamo con un passo dell’Enciclica:

è certo che l’attuale sistema mondiale è insostenibile da diversi punti di vista, perché abbiamo smesso di pensare ai fini dell’agire umano: « Se lo sguardo percorre le regioni del nostro pianeta, ci si accorge subito che l’umanità ha deluso l’attesa divina »

C’è ancora qualcuno convinto che il Papa non debba occuparsi d’ambiente?

Note

 

[1] In realtà lo è anche il partito democratico, ma in ragione di circa la metà. Ai ricchi finanziatori con interessi particolari non piace “perdere”.

 

8 risposte a “Papa Francesco vs Negazionisti: 3 a 0

  1. troppo facile dare la colpa all’umanità. In fondo diavolo significa accusatore. Che sono certo sta muovendo le file giuste. E’ troppo potente per l’umanità, che se ne strafrega di Dio.

  2. “faremmo meglio a lasciare la Scienza agli scienziati”
    Il problema è che gli scienziati non li abbiamo ascoltati.
    Gli scienziati (quelli onesti) sono i talendi donati da Dio all’umanità e non li dobbiamo seppellire.
    Indipendentemente dalla religione che viene dichiarata sono convinto che chi non ha ascoltato il mit di Roma non ascolterà neppure il Papa.

    • Non ne sono convinto. Molti credenti leggeranno l’Enciclica e decideranno che l’ambiente va preservato. Non sarà un numero sufficiente per far cambiare direzione al nostro modello di sviluppo, ma sarà comunque un bel balzo nella direzione giusta.

      • Forse non mi sono spiegato.
        Intendo dire che chi rifiuta questa eciclica ha già rifiutato anche gli scienziati.
        Quanto agli altri: invece di aspettare il Papa, sarebbe stato molto meglio se avessero ascoltato gli scienziati 45 anni fa, ora è un po’ tardi.

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